Rimanere in equilibrio
Sandro: Quest’oggi parleremo con Lorena delle esperienze legate all’energia, cioè di cosa succede quando proviamo ad innalzare le nostre vibrazioni e delle altre persone attraverso esperienze come il Seminario Reiki.
Qualche tempo fa abbiamo fatto un Seminario di 1° Livello e ne sei uscita carica di energia positiva.
Sono successi però degli eventi, dopo il Seminario, che hanno fatto sì che qualcosa cambiasse: se vuoi, puoi raccontarci cosa è successo a livello energetico?
Ti faccio questa domanda per capire alcuni meccanismi un po’ oscuri per coloro i quali non sono vicini alla disciplina Reiki.
Lorena: Arrivando a casa la domenica pomeriggio, molto contenta e felice dopo l’esperienza e la gioia del Seminario, avevamo in programma di andare a fare una passeggiata in bicicletta.
Suona il telefono e dall’altra parte ricevo la risposta di una persona molto arrabbiata, la quale mi ha trattenuto per tutto il pomeriggio.
Sandro: Una persona che ti cercava per avere informazioni sul Reiki?
Lorena: Esattamente. Quando mi chiedono informazioni, la prima domanda che pongo è il motivo per il quale si vogliono avvicinare al Reiki.
Nella maggior parte dei casi, mi viene risposto che è un modo per stare meglio, e sempre rispondo che sono disponibile.
Non mi tiro mai indietro quando si può aiutare qualcuno, anche se questo vuol dire rinunciare a qualche mio piacere.
Avendo percepito la rabbia e la sofferenza dall’altro capo del telefono, ho veramente preso a cuore la sua situazione e ci ho dedicato del tempo, chiedendo di parlare al telefono oppure di persona di quelle che sono le aspettative e come potevo esserle d’aiuto.
Parlando, ha toccato tutte le corde della mia esperienza di vita. Mi sono resa subito di quanto vedesse tutto in negativo.
Da lì, piano piano, con tanta pazienza e amore, anziché farmi tirare nella sua disperazione, sono riuscita a farle chiudere la telefonata con un altro tipo di atteggiamento.
Quando sei in un certo contesto, arrivano sempre delle energie per metterti alla prova e vedere se sei veramente in equilibrio o se è solo l’emozione del momento.
Sandro: Diciamo che il primo contatto è stato una sorta di confronto/scontro, quindi sei stata messa alla prova per capire se rimanere tranquilla o arrabbiarti. Devo dire che, alla fine, hai scelto la via più “intelligente”.
Lorena: Io, più che intelligenza della mente, la chiamo via del cuore. Ho usato il cuore e sono riuscita a non farmi trascinare in quel contesto.
Questa mattina invece, mi sono ritrovata leggere un commento che mi ha fatto proprio sorridere: era sotto un video sullo stato d’animo che avevo pubblicato qualche tempo fa che recitava “fatti un altro goccetto”.
Il fatto che possano pensare che per stare bene bisogna assumere qualcosa piuttosto che pensare che siamo fatti di pensieri che ci fanno vedere un lato più radioso mi ha fatto davvero venire la curiosità di vedere da quale pulpito veniva la predica.
Ho anche pensato che, come ho imparato io per prima, prima di gettare una pietra addosso a qualcuno, bisognerebbe guardare prima nel proprio giardino: perché tutti possiamo essere giudicati, ma per giudicare bisognerebbe non avere peccati, non aver mai fatto nulla di male.
Questa è una cosa che andrebbe imparata.
Il commento è stato messo da persone che lavorano sulla felicità, che fanno cose belle.
Io non potrei mai giudicare qualcuno o qualcosa, specialmente nei confronti di qualcuno che fa questo tipo di lavoro o ha questa passione.
Quando una persona si sofferma ad ascoltare quello che dico e si prende la briga di commentare, che questo commento sia bello o brutto, vuol dire che ho attirato la sua attenzione ed ho toccato qualche corda del suo animo.
Nel bene o nel male, quando attiriamo le persone e ci facciamo guardare, vuol dire che siamo sulla strada giusta.
Anche questa è stata un’esperienza.
Come insegno e predico: respiriamo due o tre volte prima di agire, perché l’impulsività potrebbe portarci a qualche conseguenza spiacevole di riflesso.