Cos’è il bagno sonoro?
Un’antica pratica meditativa che affonda le sue radici in diverse culture e che dona numerosi benefici psicofisici.
Il bagno sonoro è una tecnica di meditazione e di rilassamento guidato che consente di indurre uno stato di relax e contemplazione attraverso le frequenze sonore.
Anche se può sembrare un concetto “new age”, la pratica di curare corpo e mente attraverso il suono risale a migliaia di anni fa ed è presente in diverse culture di tutto il mondo.
In questo articolo scopriamo cosa sono i bagni sonori, quali benefici possono fornire ai partecipanti e come puoi sperimentarne uno tu stesso.
Bagno sonoro: Cos’è esattamente?
In generale, un bagno sonoro è un’esperienza meditativa in cui i partecipanti vengono “bagnati” da onde sonore generate da diverse fonti, inclusi strumenti curativi come il gong, le campane tibetane, il diapason e persino la stessa voce umana.
La musica non ha una melodia o un ritmo orecchiabile come quelli che normalmente sperimentiamo in una canzone o una sinfonia, ma è invece un mix di strumenti e voce accuratamente selezionato per la sua risonanza e le sue frequenze.
Durante il bagno sonoro, i partecipanti solitamente si sdraiano nella posizione Savasana dello yoga e vengono guidati da un terapista del suono che facilita l’esperienza. Talvolta l’intero gruppo di partecipanti contribuisce con canti o mantra. Un’esperienza guidata come questa generalmente può durare dai 30 minuti alle tre ore.
Origini del bagno sonoro:
Antichi strumenti musicali
La storia della guarigione attraverso il suono risale a migliaia di anni fa e spazia tra diverse culture, periodi storici ed aree geografiche.
I popoli aborigeni in Australia furono la prima cultura a noi nota a guarire con il suono più di 40.000 anni fa usando strumenti musicali rudimentali.
Gli antichi egizi, come riportato da un viaggiatore greco di nome Demetrio intorno al 200 a.C., usavano canti vocalici nella guarigione, poiché credevano che le vocali fossero sacre. Le loro sacerdotesse usavano anche strumenti musicali e presiedevano i sanatori, dove venivano utilizzati canti di guarigione e una grande varietà di strumenti musicali.
Similmente, i medici dell’antica Grecia impiegavano strumenti musicali per curare i pazienti, sfruttando il potere della vibrazione per aiutare la digestione, curare i disturbi mentali e favorire il sonno.
I nativi americani usavano il canto e le percussioni come parte del processo di guarigione del suono.
E, naturalmente, i monaci tibetani hanno utilizzato le campane tibetane per secoli. Ancora oggi sono considerate “un simbolo dell’inconoscibile”, le cui vibrazioni sono state descritte come il suono dell’universo che si manifesta. Le campane possono essere suonate da sole o possono essere combinate con mantra o canti sacri.
Solo dalla fine del XIX secolo i ricercatori hanno cominciato a studiare gli effetti curativi della musica, scoprendo che può abbassare la pressione sanguigna e favorire il lavoro del sistema nervoso parasimpatico, che aiuta il corpo a calmarsi e riprendersi dallo stress.
Oggi, grazie anche alla tecnologia e al maggior numero di strumenti a disposizione, la guarigione tramite il suono ha assunto molte forme: musica e terapia del suono, battiti binaurali, mantra, canti, diapason e bagni sonori con campane tibetane.